Il Massacro del Circeo

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Il 27 settembre del 1975 Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due ragazza romane, si incontrano con Carlo al quale avevano chiesto un passaggio in auto all'uscita dal cinema qualche giorno prima. Carlo (che non è il suo vero nome) appare alle ragazze, che vivono in un quartiere popolare, benestante e la vedono come una occasione per fare un salto di qualità. All'incontro il ragazzo arriva con due amici, Gianni Guido e Angelo Izzo, e il gruppo si accorda per andare ad una festa in una villa di Lavinio il lunedì successivo. I ragazzi arrivano all'appuntamento su una Fiat 127 (questo fantomatico Carlo non è presente, ci sono soltanto Guido e Izzo) e partono in direzione della villa. Le due ragazze però si rendono conto che qualcosa non funziona perché, oltre al fatto che Carlo non si presenta all'appuntamento, la villa non si trova a Lavinio bensì al Circeo. Arrivati sul posto la villa sembra deserta e le ragazze, spaventate, chiedono di essere riaccompagnate a casa. Guido e Izzo propongono loro un rapporto sessuale e, al rifiuto, scatta la violenza. I due carcerieri fanno i "duri" dicono di appartenere ad una banda criminale e di essere in attesa del loro capo che, in realtà, è il terzo amico Andrea Ghira. Rosaria e Donatella vengono sottoposte a violenze inaudite, sia sessuali che non. Rosaria viene picchiata fino allo svenimento, trascinata per casa e colpita in testa. Muore poco dopo. Donatella si salva perché finge di essere morta. Le due ragazze vengono stipate nel bagagliaio della 127 e portate a Roma. Guido, Izzo e Ghira sono convinti della morte di entrambe, parcheggiano l'auto e vanno in pizzeria. Dall'auto giungono i lamenti di Donatella che attirano l'attenzione dei passanti. Viene dato l'allarme e, all'arrivo dei carabinieri, l'auto viene aperta. L'immagine che si presenta è sconvolgente: due donne nude, coperte di sangue. Una è ancora viva. I carabinieri scoprono che l'auto è intestata a Raffaele Guido, il padre di Gianni. Guido è amico di Angelo Izzo che ha già una denuncia per violenza carnale e da lui risalgono ad Andrea Ghira. I tre ragazzi sono tranquilli, non sanno che Donatella è viva, all'ospedale, e che ha raccontato tutto. Vengono riconosciuti e arrestati tranne Andrea Ghira che si è reso irreperibile.

Nel luglio del 1976 inizia il processo a Latina. Sui tre ragazzi pendono accuse gravi: omicidio volontario, tentato omicidio, rapimento a fine di libidine, violenza carnale e detenzione di arma da fuoco. Gli avvocati difensori cercano di dimostrare l'infermità mentale di Izzo: la richiesta di perizia psichiatrica viene però respinta. Per circa una settimana il processo va avanti tra accuse e tentativi di screditare la Colasanti. Il processo si sposta sul luogo del misfatto ma in realtà si tratta di un sopralluogo. Izzo e Guido affermano che Ghira è innocente e affermano che quella notte al Circeo c'era anche un altro uomo del quale però non vogliono fare il nome. E' un tentativo estremo di salvarsi che però non sortisce risultati infatti i tre vengono condannati all'ergastolo. Cinque anni dopo il processo d'Appello riduce la pena di Guido a trent'anni per aver dimostrato pentimento. Ghira scompare. Fu segnalato il Kenya ma nessuno riuscì a trovarlo. Guido fuggì dal carcere di San Gimignano ma venne arrestato due anni dopo in Argentina. Izzo diventò un collaboratore di giustizia e scontò la sua pena fino a maggio 2005 quando, uscito dal carcere, commise un duplice omicidio.

Vittima: Donna bianca di anni 19. Stato di conservazione del cadavere fresco. Presenza di sangue essiccato. Cadavere pressocchè integro, situato nel bagagliaio di un'auto e avvolto in una busta di plastica. Ha subito violenza sessuale totale. Le è stato iniettato del sonnifero. E' stata picchiata più volte, in particolare in testa con una spranga di ferro. E' morta annegata (probabilmente è stata immersa nella vasca da bagno). Al momento del ritrovamento il cadavere era nudo.

Caratteristiche vittimogene:

FUNGIBILITA' – la vittima era infungibile (preferenziale) e partecipante (imprudente);

PREDISPOSIZIONI – sociali (status, condizioni economiche, rango);

ESPOSIZIONE A RISCHIO – imprudente;

CARATTERISTICHE VITTIMOLOGICHE – personali, stato di accessibilità, stato di vulnerabilità;

CARATTERISTICHE GRATIFICANTI – tipo preferenziale.

Trattasi di combinazione criminale (gli assassini sono tre).

Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira sono tre ragazzi ventenni della Roma bene. Frequentano due dei migliori licei classici della città. Di estrazione fascista sono figli di persone molto in vista. Il padre di Ghira è considerato il re delle impalcature metalliche, il padre di Izzo è un costruttore e la madre di Guido è figlia di un armatore. Sono tutti e tre ideatori ed esecutori del massacro. La scena del crimine è una così come il luogo (una villa di S.Felice Circeo). I tre esternano un odio nei confronti delle due ragazze di tipo misogino, con recriminazioni ideologiche contro le donne ed il ceto meno abbiente.

MACREV = è la matrice cronologica della ricostruzione dell'evento che credo di aver già fatto in apertura;

MOCO = si tratta delle otto fasi da percorrere per l'attuazione del progetto criminale:

Fase 1: scelta della vittima, in questo caso decisione di violentare ed uccidere le due ragazze, organizzazione del quando e dove, adattamento mentale ad effettuare il crimine

Fase 2: il momento del non ritorno. Deciso e fatto! Lo studio dei mezzi e degli strumenti da utilizzare, il momento dell'opportunità (quando agire)

Fase 3: analisi della vittima, dell'obiettivo inteso come superamento delle barriere difensive della vittima, predisposizione del luogo del crimine

Fase 4: messa in atto del piano con, in questo caso, sequestro di persona e omicidio ma soltanto dopo aver constatato il grado di vulnerabilità della vittima

Fase 5: attuazione dell'atto previa verifica della situazione

Fase 6: eventuale intervento sulla vittima con atti di sfregio e fuorviamento delle indagini (Donatella e Rosaria sono state abbandonate in auto in quanto convinti della morte di entrambe)

Fase 7: trasporto altrove della vittima (dal Circeo a Roma)

Fase 8: Presa distanza dal crimine (i tre dopo il massacro si recano in pizzeria)

MALMEV = individua il metodo, la strategia e le risorse del criminale e cioè ideazione del crimine, scelta del momento giusto, scelta dei punti vulnerabili della vittima, scelta del M.O., studio delle vie di fuga, rischi e punti deboli del progetto;

PROFILO 7 S = riguarda il modulo organizzativo dell'autore del crimine:

1 – Struttura (modalità organizzativa)

2 – Strategia (organizzazione del progetto criminale)

3 – Sistemi (strumenti e armi utilizzate)

4 – Stile (la firma del criminale)

5 – Staff (il numero dei partecipanti al crimine)

6 – Skills (capacità e abilità)

7 – Shared Values (valori prevalenti).