Il delitto di Cogne

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Il 30 gennaio del 2002 un bambino di appena tre anni, Samuele Lorenzi, viene assassinato con 17 colpi inflitti con un oggetto misterioso sferratogli sulla testa mentre era solo nella villetta di Montroz, una frazione di Cogne in Valle d'Aosta.

E' li che Samuele viveva assieme al padre, Stefano Lorenzi, alla madre, Anna Maria Franzoni e al fratellino Davide.

A rinvenire il corpo del piccolo è stata la mamma.

Inutile l'intervento dei soccorsi: Samuele era già cerebralmente morto (morirà anche clinicamente sull'elicottero che lo trasportava in ospedale).

Chi lo ha ucciso? Il delitto si rivela subito un giallo e a finire nel mirino degli inquirenti è Anna Maria Franzoni.

Il Procuratore di Aosta ed il PM ordinano ai carabinieri del RIS una infinità di perizie, ma l'arma del delitto non si trova e manca anche il movente.

La Franzoni viene arrestata. E' stata lei l'ultima a vedere Samuele, poco dopo le 8, addormentato nel letto matrimoniale.

Lo ha lasciato solo per pochi minuti, il tempo di accompagnare l'altro figlio Davide alla fermata dello scuolabus, ad un centinaio di metri da casa.

Al ritorno scopre la tragedia.

Chiede aiuto e, tra i primi ad intervenire, c'è una sua amica, Ada Satragni, psichiatra, che presta i primi soccorsi a Samuele inquinando irrimediabilmente la scena del delitto.

Nella villetta si è introdotto qualcuno durante l'assenza di Anna Maria? E questo qualcuno ha ucciso volutamente, magari per una vendetta?

Sì, forse. Ma non ci siamo con i tempi, troppo ristretti. La porta d'ingresso era chiusa e poi nessuno in paese provava odio per i Lorenzi.

I probabili sospettati, indicati dalla stessa Franzoni, hanno tutti un alibi di ferro.

Alla fine tutti gli indizi convergono su di lei: il pigiama insanguinato ed un paio di zoccoli con tracce ematiche.

L'ipotesi inquisitoria è che Anna Maria abbia ucciso suo figlio mentre era in uno stato di alterazione mentale e che poi abbia rimosso il fatto.

Il 21 maggio del 2008 la donna è stata condannata, con sentenza definitiva, a 16 anni di detenzione, ridotti a 13 per via dell'indulto.

Il mistero comunque resta: alla base di questo omicidio c'è sicuramente la follia.

Chiunque abbia massacrato un bambino di tre anni, ancor peggio se si tratta della madre, non può essere che un folle!